Pneumatici invernali: dal 16 aprile via al cambio gomme. Mettiamo le scarpette estive alle nostre automobili!

Quando vige l’obbligo di montare pneumatici invernali?   L’obbligo è in vigore dal 15 novembre al 15 aprile.

Quando posso effettuare il cambio gomme? Nel caso del cambio gomme estivo, si possono montare le gomme estive dal 15 aprile al 15 maggio. La legge prevede un mese di tempo dalla scadenza dell’obbligo di montaggio degli pneumatici invernali per montare gli pneumatici estivi. Nel caso del cambio gomme invernale, l’obbligo di montaggio degli pneumatici invernali scatta dal 15 novembre, quindi è necessario provvedere al cambio gomme prima di quella data.

Possono essere utilizzati gli pneumatici invernali durante la stagione estiva? Sì, ma solo se hanno l’indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione del veicolo. L’utilizzo degli pneumatici invernali riportanti un indice di velocità inferiore a quello prescritto è ammesso solo per il periodo durante il quale vige l’obbligo di montarli (dal 15 novembre al 15 aprile).

In che sanzioni posso incorrere se non effettuo il cambio gomme? Nel caso in cui non si provveda alla sostituzione nei tempi previsti, il Codice della strada prevede una sanzione di 85 euro. L’agente che accerta la violazione può intimare al conducente di non proseguire la marcia: la mancata osservanza di tale ordine è punita con una sanzione aggiuntiva di 85 euro e con la decurtazione di tre punti dalla patente.

PNEUMATICI:  piccole attenzioni , grandi differenze

POCHI MILLIMETRI FANNO LA DIFFERENZA Nella progettazione di un pneumatico lo studio dei canali per il drenaggio dell’acqua è fondamentale per la sicurezza: simulazioni al computer aiutano a trovare profili sempre migliori per numero, forma e inclinazione degli intagli. Ovviamente, la massima efficacia si ha con il battistrada nuovo (spessore 6-7 millimetri), mentre via via che questo si consuma la sicurezza sul bagnato si riduce: già sotto i 3-4 millimetri sarebbe opportuno cambiare le gomme per non cominciare ad avere problemi. Per una verifica immediata, basta inserire in verticale, tra i tasselli, una moneta da 1 euro: se la parte dorata “scompare” nei solchi, si può stare tranquilli. Alcune gomme, come le Nokian iLine, hanno impressi dei numeri (corrispondono ai millimetri residui di battistrada e scompaiono via via che lo si consuma) che ne segnalano lo spessore. Sono imposti dalla legge, invece, gli indicatori d’usura: quando i tasselli scendono al loro livello, il “pit stop” è obbligatorio. Ma sporgono solo di 1,6 mm: pochi per guidare sicuri sul bagnato.

ATTENZIONE: QUI SBAGLIARE È VIETATO –  Scegliere da soli un pneumatico, soprattutto se lo si acquista su internet, non è difficile, ma richiede attenzione: oltre che nell’individuare quello più adatto alle proprie esigenze (in termini di comfort, stile di guida, chilometri percorsi ogni anno), anche nel determinare la misura corretta. Le “taglie” giuste sono riportate nella carta di circolazione. Per esempio, 205/55 R 16 indica una gomma larga 205 mm e con fianco alto 113 mm (il 55% di 205), da montare su un cerchio di 16 pollici di diametro. Dopo questi valori si trovano un numero e una lettera. Il primo è l’indice di carico, cioè il peso massimo che il singolo pneumatico può sopportare, mentre la seconda corrisponde al codice di velocità (cioè, l’andatura massima permessa). Entrambi sono definiti da tabelle internazionali che li associano a un valore in chilogrammi e in km/h: per esempio, un pneumatico marchiato 91H è omologato per 615 kg e per 210 km/h (le lettere finali sono due solo nelle gomme ZR, omologate oltre i 240 km/h). Vietato sgarrare sulle dimensioni (la sanzione parte da 422 euro), e occhio a quelle seguite nel libretto dalla sigla M+S, riservata alle gomme invernali. Per i due codici finali, sono invece ammessi valori superiori: come, nel “nostro” caso, 94V (670 kg, 240 km/h) in luogo di 91H.

OCCHIO ALL’OMOLOGAZIONE – Le gomme vendute in Europa devono riportare il numero di omologazione e una “E” seguita dal codice del paese che l’ha rilasciata (per esempio,1 sta per la Germania, 2 per la Francia, 3 per Italia). La “CCC”, invece, è l’ok per la Cina.

LA PRESSIONE VA CONTROLLATA SPESSO –  I pneumatici non hanno bisogno di molta manutenzione: la convergenza è da controllare se l’auto non va bene diritta o se il battistrada si consuma in modo non uniforme, mentre la bilanciatura è da monitorare ogni 10.000-15.000 km (o se si avvertono vibrazioni in velocità). Ma c’è un valore da controllare almeno una volta al mese ed è la pressione di gonfiaggio. Dev’essere quella indicata dal costruttore dell’auto nel libretto d’uso e manutenzione o in un adesivo vicino alla porta del guidatore o al bocchettone di rifornimento. Viaggiare con pneumatici sgonfi è pericoloso (peggiorano tenuta di strada, stabilità e spazi di frenata) e penalizza i consumi di carburante, perché aumenta la resistenza al rotolamento. Ma anche avere le gomme troppo gonfie non va bene: il comfort diminuisce (il pneumatico assorbe male le irregolarità dell’asfalto), la tenuta di strada pure. Inoltre, sia in caso di “sovragonfiaggio” sia di pressione insufficiente, l’usura del battistrada non sarà uniforme. La pressione va controllata a pneumatici “freddi”: dopo che l’auto è ferma da qualche ora, senza aver percorso più di una decina di chilometri (ovviamente ad andatura tranquilla). La verifica è semplice e si può fare anche da sé, purché si sia certi della taratura del manometro: talvolta quelli delle stazioni di servizio perdono precisione, a causa degli urti che ricevono da utilizzatori poco attenti. Piuttosto, meglio usare (se c’è) il compressore del kit “gonfia e ripara” gomme della propria auto, sempre che consenta il solo gonfiaggio (alcuni non funzionano se non collegati alla bombola del sigillante).La scelta più comoda, ovviamente, è andare dal gommista.  Vieni a visitare il nuovo REPARTO GOMME in Autotime.

Fonti: Al Volante – Cercaofficina

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