aria condizionata

Il climatizzatore in inverno

Il climatizzatore non è soltanto utile per combattere il caldo. Da anni tutti gli impianti sono in grado di raffreddare (e quindi deumidificare) e successivamente, se necessario, riscaldare l’aria. In tutte le stagioni il loro utilizzo permette di ridurre il tasso di umidità nell’abitacolo, così i vetri non si appannano quando piove oppure quando si tiene inserito il ricircolo per un lungo periodo. Utilizzando il riscaldamento si può poi raggiungere una temperatura confortevole.

Come funziona. Per questioni tecniche, però, il condizionatore non funziona al di sotto di una certa temperatura esterna. Infatti, quando fa molto freddo, l’umidità contenuta nell’aria si potrebbe ghiacciare sull’evaporatore, impedendone il regolare funzionamento. In queste condizioni, al compressore potrebbe addirittura arrivare del refrigerante allo stato liquido, provocando danni. Per scongiurare questa eventualità tutti i climatizzatori sono dotati di sensori che disattivano il compressore quando la temperatura esterna scende poco sopra lo zero (di solito già attorno ai 5°C), indipendentemente dalla posizione del tasto di inserimento del condizionatore. Se fa molto freddo, l’unico modo per non fare appannare i vetri è d’inviare verso il parabrezza molta aria calda oppure quello di utilizzare il ricircolo per periodi molto brevi.

Gli automatici. I primi climatizzatori automatici, in particolare quelli sulle vetture medie, potevano avere funzionamenti bizzarri, poco efficienti o comunque sgradevoli. In definitiva obbligavano a periodici interventi manuali per correggerne gli svarioni e ottenere così un buon confort di marcia. Oggi la qualità degli impianti generalmente si è innalzata, e di molto. La diffusione del climatizzatore automatico, sempre più spesso offerto di serie, ha consentito di progettare fin dalle prime fasi di sviluppo di un modello un impianto allo stesso tempo economico ed efficace, perfettamente integrato nella vettura, in modo da garantire alle sue componenti lo spazio necessario nel vano motore per migliori prestazioni e un’agevole manutenzione. L’elettronica di gestione più raffinata, coadiuvata da speciali sensori, ha poi fatto compiere il grande salto di qualità: basta impostare la temperatura desiderata e lasciar fare all’elettronica.

I manuali. In questo caso, invece, dopo una lunga sosta al gelo conviene impostare la temperatura al massimo ma attendere qualche istante prima di azionare il ventilatore, per dar modo al motore di scaldare un po’ il liquido di raffreddamento, che viene fatto circolare anche nel radiatore dell’impianto di climatizzazione. In questa fase il ricircolo va inserito, così l’impianto deve lavorare sempre sulla stessa aria, accelerandone il riscaldamento. Se però i cristalli sono appannati, il ricircolo va disinserito.

I filtri. La diffusione dei filtri antipolline, ormai di serie su tutte le auto, ha reso ancor più importante l’uso del condizionatore. Infatti, questi filtri assorbono l’umidità dell’aria e poi la rilasciano quando sono lambiti dal flusso generato dalla ventola, provocando in questo modo l’immediato appannamento del parabrezza se non si accende subito il condizionatore. È fondamentale sostituire alle scadenze previste il filtro, perché questo si intasa progressivamente e ostacola la circolazione dell’aria. Salvo circostanze o esigenze particolari conviene aprire tutte le bocchette (ricordandosi di riaprirle se erano state chiuse per qualche motivo), soprattutto se si ha un climatizzatore automatico. Molti climatizzatori automatici non fanno partire subito la ventola alla massima velocità, appena la vettura è avviata, per non investire i passeggeri con un getto d’aria fastidioso. Questa logica è voluta, perché è utile quando il motore è freddo e quindi il riscaldamento nei primi istanti non è ancora attivo. Dopo alcune decine di secondi (questo tempo varia molto da modello a modello), quando la temperatura dell’aria climatizzata risponde meglio ai desideri dell’utente, la ventola aumenta automaticamente la velocità. Una conseguenza di quanto appena scritto è che, dopo aver avviato il motore, risulta inutile (anzi è controproducente) regolare impazientemente la temperatura al massimo, sperando così di raggiungere in minor tempo il clima desiderato.

La funzione ricircolo. Impedisce (in tutto o in parte, sempre o soltanto per un certo periodo di tempo) l’afflusso di aria esterna nell’abitacolo. In altre parole, con il ricircolo inserito la ventola fa circolare nell’abitacolo sempre la stessa aria, senza prelevarne di nuova dall’ambiente esterno. Di conseguenza, il ricircolo non soltanto consente di bloccare temporaneamente l’afflusso di aria esterna molto inquinata, ma anche di raggiungere più rapidamente la temperatura desiderata quando all’esterno della vettura è molto caldo o molto freddo. D’inverno è quindi utile inserirlo nella prima parte del viaggio, purché non s’appannino i cristalli.

L’importanza del motore. Più un motore è efficiente, ossia riesce a trasformare buona parte dell’energia contenuta nel combustibile in potenza meccanica, tanto meno calore viene dissipato nel liquido dell’impianto di raffreddamento. Poiché tale liquido viene anche utilizzato per cedere calore all’impianto di riscaldamento dell’abitacolo, si comprende come i motori dal rendimento più elevato (i moderni diesel) possano peggiorare il confort dei passeggeri nella stagione invernale, dal momento che non riescono a scaldare abbastanza in fretta l’abitacolo. E poiché i diesel iniezione diretta hanno un’efficienza decisamente più elevata rispetto ai benzina e ai precedenti diesel precamera, spesso il climatizzatore è dotato di un riscaldatore ausiliario, di solito a funzionamento elettrico. In tal modo, anche il riscaldamento comporta un aumento del consumo di combustibile, come il raffrescamento d’estate.

Elettriche e ibride. Ciò è ancora più vero nelle vetture elettriche e ibride plugin: dato che esse sono prive del motore termico (le prime) oppure possono farne temporaneamente a meno (le seconde) il riscaldamento di queste auto è sempre basato su sistemi elettrici che hanno un sensibile impatto sull’autonomia offerta dalle batterie. Per questo motivo è utile sfruttare la funzione di preriscaldamento che molti modelli offrono quando sono collegati alla rete elettrica per la carica degli accumulatori: in tal modo una volta in marcia il riscaldamento della vettura si limiterà a mantenere la temperatura raggiunta in precedenza, con un consumo di energia sensibilmente inferiore.

 

Fonte. Quattroruote – speciale inverno  17.12.2014

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